Situata nella parte più in quota della stazione sciistica, è una pista difficile, adatta quindi a sciatori esperti, ed è una delle più belle della Riserva Bianca, un vero e proprio gioiello.
La prima parte esposta a Nord-Est non è molto larga e presenta un muro con una buona pendenza: in fondo ad esso il tracciato si allarga e concede la possibilità di spostarsi verso destra, dove la pista è molto ripida e impegnativa, oppure verso sinistra dove il pendio è più dolce.
Grazie alla sua particolare posizione, è anche un punto di accesso diretto a diversi pendii adatti a chi ama praticare il freeride: a questo proposito si ricorda che per affrontare le discese fuoripista non solo è necessario essere sciatori esperti e preparati ma occorre essere in possesso dell’attrezzatura adatta ed essersi informati preventivamente sulle condizioni del manto nevoso e dell’evoluzione del meteo.
Dall’Alpetta, inoltre, si può partire per effettuare escursioni con pelli di foca: la meta più vicina il monte Alpetta ma sono numerose anche le altre destinazioni da dove, quando le giornate sono soleggiate e limpide, è possibile vedere il mare e la lontana Corsica, mentre verso Ovest e Nord lo sguardo abbraccia le Alpi Marittime e Cozie, con il Monviso, e ancora le le Alpi Valdostane con il Cervino e il Monte Rosa che troneggiano sulla Pianura Padana.
Omologata FISI (Federazione Italiana Sport Invernali), ospita sovente competizioni sportive invernali, come gare di Slalom Gigante e Supergigante.
Si può percorrere per intero il tracciato utilizzando l’omonima seggiovia a quattro posti Alpetta costruita nel 1994 e, dal 2006 grazie a fondi olimpici, può essere raggiunta e parzialmente percorsa anche dalla cabinovia Severino Bottero, che parte direttamente da Limone, e dalla seggiovia Pian del Sole.
Parlando dell’Alpetta non si può non soffermarsi sulla variante 15a, la “Alpetta Olimpica”, perché questa pista rappresenta un pezzo della storia dello sci. Fu infatti teatro dei Campionati Italiani Assoluti maschili di discesa libera del 1976, una gara che ebbe un enorme successo di pubblico e fece registrare la presenza di oltre 10.000 spettatori. «È stato un evento memorabile – ricorda Stefano Dalmasso, che all’epoca aveva tracciato la gara –. Una gara velocissima e molto bella, che al giorno d’oggi farebbe invidia a Kitzbühel. Avevamo organizzato anche lo slalom speciale sull’Armand e lo Slalom Gigante sull’Alpetta. La discesa partiva proprio arrivati in cima alla seggiovia Alpetta e finiva quasi alla fine della pista n.16 (Olimpica Giacomo Marro): quasi 800 metri di dislivello!». Tempi d’oro quelli, dove si parlava della Valanga Azzurra di Gustavo Thoeni, Piero Gros, Tino Pietrogiovanna e Paolo De Chiesa.
Per la cronaca, in quella occasione la discesa libera vide il primo posto di Erwin Stricker, seguito da Herbert Plank e Piero Gros.
Dati tecnici: partenza a 2.025m e arrivo a 1.593m, lunghezza complessiva di circa 1.900m e dislivello totale di oltre 430m.